I professionisti sanitari che prendono in carico l’Alzheimer

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L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce soprattutto le persone anziane e che causa una progressiva perdita delle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio e la capacità di ragionamento. Essendo una malattia cronica e invalidante, richiede una presa in carico globale da parte dei professionisti sanitari, che devono affrontare molte sfide per garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone affette da questa patologia.

In primo luogo, i professionisti sanitari che si occupano di persone con Alzheimer devono essere altamente specializzati e avere una formazione specifica sulla malattia. Questo perché l’Alzheimer presenta molte sfaccettature e richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali, come medici geriatri, neuropsicologi, infermieri specializzati e assistenti sociali. Solo con una formazione adeguata e una conoscenza approfondita della patologia è possibile garantire un trattamento personalizzato e adeguato alle esigenze di ciascun paziente.

In effetti, l’Alzheimer, essendo una malattia neurodegenerativa, ha diverse fasi. In base alla fase della malattia, la persona può avere diverse difficoltà e con un grado diverso di intensità. I professionisti sanitari conoscono nel dettagli le fasi del morbo di Alzheimer e questo permette loro di adattare il trattamento e il supporto in base ai bisogni della persona in quel momento specifico. Inoltre il professionista può accompagnare la famiglia, anticipando le fasi successive della malattia.

La diagnosi del morbo di Alzheimer

 

La diagnosi precoce dell’Alzheimer è fondamentale per garantire una presa in carico adeguata del paziente. I professionisti sanitari devono essere in grado di identificare i segnali precoci della malattia, come le difficoltà di memoria, la confusione mentale, la perdita di orientamento spaziale e temporale e le difficoltà di comunicazione. Inoltre, è importante che i professionisti sanitari forniscano un supporto emotivo ai pazienti e alle loro famiglie in seguito alla diagnosi, spiegando le possibili conseguenze della malattia e fornendo informazioni sulle terapie disponibili.

Una volta che la malattia di Alzheimer è stata diagnosticata, i professionisti sanitari devono pianificare una serie di interventi specifici per garantire il miglior trattamento possibile al paziente. Questi interventi possono includere l’uso di farmaci per migliorare la memoria e la concentrazione, l’assistenza alimentare e igienica, la stimolazione cognitiva, l’attività fisica e l’assistenza psicologica. Il supporto delle persone con Alzheimer passa per delle terapie farmacologiche e delle terapie non farmacologiche.

In secondo luogo, i professionisti sanitari devono essere in grado di gestire le complicazioni legate all’Alzheimer, come la depressione, l’ansia, le difficoltà di comunicazione e le perdite di memoria. Questo richiede non solo una conoscenza approfondita della malattia, ma anche una grande sensibilità e capacità di ascolto nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie. Infatti, la malattia di Alzheimer non colpisce solo la persona che ne è affetta, ma coinvolge anche i suoi cari, che spesso si trovano ad affrontare situazioni difficili e stressanti.

 

I professionisti sanitari

 

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce soprattutto le persone anziane e che causa una progressiva perdita delle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio e la capacità di ragionamento. Essendo una patologia complessa e invalidante, richiede una presa in carico globale da parte di diverse figure professionali, ognuna con il proprio ruolo specifico. In questo articolo esploreremo quali sono i professionisti sanitari che si occupano dell’Alzheimer.

Medico geriatra

Il medico geriatra è un medico specializzato nella diagnosi, la prevenzione e la gestione delle malattie degli anziani, tra cui l’Alzheimer. Il medico geriatra esegue una serie di esami clinici e diagnostici per valutare lo stato di salute del paziente, monitorare l’evoluzione della malattia e prescrivere le terapie più appropriate.

 

Neuropsicologo

Il neuropsicologo è un professionista che si occupa della diagnosi e della valutazione delle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio e la capacità di ragionamento. Il neuropsicologo lavora a stretto contatto con il medico geriatra per valutare il grado di compromissione cognitiva del paziente e pianificare un trattamento personalizzato.

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Infermiere specializzato

L’infermiere specializzato è un professionista che si occupa della cura e dell’assistenza dei pazienti con Alzheimer al loro domicilio. L’infermiere specializzato gestisce le attività quotidiane del paziente, come l’assistenza alimentare e igienica, la somministrazione dei farmaci, la stimolazione cognitiva e l’attività fisica.

 

Assistente sociale

L’assistente sociale è un professionista che si occupa del supporto emotivo e dell’assistenza sociale dei pazienti con Alzheimer e delle loro famiglie. L’assistente sociale fornisce un supporto emotivo, aiuta a gestire le difficoltà legate alla malattia e fornisce informazioni sui servizi sociali e sulle risorse disponibili per le persone affette da Alzheimer e per le loro famiglie.

Terapista occupazionale

Il terapista occupazionale è un professionista che si occupa della riabilitazione e della stimolazione delle funzioni cognitive del paziente con Alzheimer. Il terapista occupazionale aiuta il paziente a svolgere attività quotidiane, come vestirsi, cucinare e fare la spesa, e stimola la memoria e la capacità di ragionamento attraverso esercizi specifici.

 

Logopedista

Il logopedista è un professionista che si occupa della diagnosi e del trattamento dei disturbi del linguaggio e della comunicazione. Nel caso dei pazienti con Alzheimer, il logopedista aiuta a mantenere e migliorare le abilità comunicative del paziente, aiutandolo a esprimersi in modo chiaro e a comprendere il linguaggio degli altri.

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L’assistenza a domicilio per le persone con Alzheimer

 

Le persone affette da Alzheimer preferiscono vivere a domicilio, invece di essere ospitate in una struttura residenziale. Rimanere a domicilio può essere una risorsa importante perché permette alla persona di sentirsi in un luogo sicuro e conosciuto (utile soprattutto nell’Alzheimer in cui la persona dimentica le cose e può sentirsi disorientato). Restare a domicilio può essere una cosa positiva anche per la famiglia che può rimanere vicino al proprio caro. Per poter mantenere un anziano con Alzheimer a domicilio é importante avere un supporto specifico da parte dei professionisti sanitari citati in precedenza, ma esistono anche altri supporti.

 

Assistenza domiciliare specializzata

L’assistenza domiciliare specializzata è una soluzione ideale per le persone affette da Alzheimer che preferiscono vivere a casa propria. Gli operatori dell’assistenza domiciliare specializzata sono professionisti che hanno una formazione specifica per la gestione della malattia e la cura dei pazienti con Alzheimer. Gli operatori dell’assistenza domiciliare specializzata possono fornire assistenza nel supporto delle attività quotidiane, come il vestirsi, il mangiare e il bagno, nonché nella somministrazione dei farmaci e nella stimolazione cognitiva.

 

L’allenamento cognitivo per gli anziani con Alzheimer

 

L’allenamento cognitivo è una serie di esercizi che stimolano le funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio e la capacità di ragionamento. Questi esercizi possono essere eseguiti a casa e possono essere personalizzati in base alle capacità cognitive del paziente. L’allenamento cognitivo può aiutare a mantenere le funzioni cognitive dei pazienti con Alzheimer e prevenire il peggioramento della malattia. Questi esercizi possono essere fatti da un operatore sanitario specializzato che segue l’anziano oppure possono essere fatti in autonomia dal paziente, quando possibile, fra una visita e l’altra. In effetti l’allenamento cognitivo deve essere fatto in modo regolare quindi é importante renderlo un’attività quotidiana. L’Alzheimer causa varie difficoltà che comprendono diverse funzioni cognitive. L’allenamento cognitivo deve quindi essere vario e adattarsi ai bisogni della persona.

  • Esercizi di memoria: gli esercizi di memoria sono un tipo di allenamento cognitivo che aiuta a mantenere e migliorare la memoria a breve e lungo termine. Gli esercizi di memoria possono includere la ripetizione di informazioni, la memorizzazione di liste e la ripetizione di eventi. Gli esercizi di memoria possono essere personalizzati in base alle preferenze e alle capacità del paziente.
  • Esercizi di attenzione: gli esercizi di attenzione sono un tipo di allenamento cognitivo che aiuta a mantenere e migliorare l’attenzione e la concentrazione. Gli esercizi di attenzione possono includere la ricerca di informazioni in un testo, la ricerca di informazioni in un’immagine e la risoluzione di puzzle. Gli esercizi di attenzione possono essere personalizzati in base alle preferenze e alle capacità del paziente.
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  • Esercizi di linguaggio: gli esercizi di linguaggio sono un tipo di allenamento cognitivo che aiuta a mantenere e migliorare le capacità linguistiche, come la comprensione del linguaggio e la capacità di esprimersi verbalmente. Gli esercizi di linguaggio possono includere la lettura di testi, la scrittura di testi e la conversazione. Gli esercizi di linguaggio possono essere personalizzati in base alle preferenze e alle capacità del paziente.
  • Esercizi di ragionamento: gli esercizi di ragionamento sono un tipo di allenamento cognitivo che aiuta a mantenere e migliorare la capacità di ragionamento e di risoluzione dei problemi. Gli esercizi di ragionamento possono includere la risoluzione di problemi matematici, la risoluzione di puzzle e la risoluzione di problemi logici. Gli esercizi di ragionamento possono essere personalizzati in base alle preferenze e alle capacità del paziente.

SOFIA

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Sofia é la versione più semplice per le persone con dei problemi di cognitivi severi, come delle patologie neurodegenerative come l’Alzheimer. Più di 30 giochi facili e adattati per stimolare l’insieme delle funzioni cognitive.

ROBERTO

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Roberto é la versione più difficile per le persone a livello di prevenzione, con disturbi lievi o per recuperare delle funzioni post-ictus. Più di 30 giochi cognitivi e culturali per stimolare l’insieme delle funzioni cognitive.

Essere accompagnati online da parte di un coach della memoria

 

Prenotate sessioni di 1 ora con il nostro esperto DYNSEO. Durante il coaching, utilizzando l’applicazione Roberto o Sofia, l’esperto vi suggerirà alcuni giochi in base alle funzioni cognitive che desiderate migliorare (attenzione, memoria, linguaggio…). Sarà quindi in grado di consigliarvi i giochi più adatti al vostro obiettivo e di fornirvi le strategie da mettere in atto.

Il coaching può essere prenotato da:

  • Persone che vogliono essere accompagnate nell’uso dei nostri programmi: allenarsi a casa da soli può essere difficile. Si può perdere la motivazione se non si ha nessuno con cui giocare. A volte è un parente che si occupa di avviare le attività di stimolazione cognitiva, ma bisogna avere pazienza e può essere più facile rivolgersi a una persona esterna.
  • Persone seguite da professionisti della salute ma che svolgono attività anche a casa: tra una seduta e l’altra con il professionista, è possibile esercitarsi a casa. L’esperto può consigliare i giochi più adatti alle proprie esigenze.
  • Persone in attesa di iniziare un percorso terapeutico: i tempi di attesa per fissare un appuntamento con un professionista sanitario possono essere molto lunghi. Nell’attesa, è possibile iniziare il training cognitivo ed essere seguiti dal nostro esperto per fare attività insieme.
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Se voi o i vostri cari avete problemi o fragilità cognitive, è importante essere monitorati da un medico o da un professionista sanitario. Il coaching è uno strumento per aiutarvi a utilizzare i nostri programmi su tablet. Non sostituisce una valutazione medica. Se si utilizzano i nostri programmi perché si è affetti da una patologia, è bene parlarne con il proprio medico.

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