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Quando si parla del tempo trascorso davanti allo schermo dai bambini, si tende a considerare tutti i minuti passati davanti a uno schermo come equivalenti. Questa visione semplicistica oscura una realtà molto più sfumata: non tutti gli usi digitali hanno lo stesso valore. Comprendere la distinzione fondamentale tra consumo, comunicazione e creazione permette ai genitori di adottare un approccio più raffinato ed efficace per accompagnare i propri figli nella loro vita digitale. Immergiamoci insieme in questa classificazione essenziale che trasformerà il vostro sguardo sugli schermi.
Perché distinguere i tipi di utilizzo?
Un minuto di schermo non equivale a un minuto di schermo
Immaginate due bambini che trascorrono ciascuno un’ora sul proprio tablet. Il primo guarda video di gaming concatenando i contenuti suggeriti dall’algoritmo. Il secondo programma il proprio piccolo videogioco seguendo un tutorial di coding. Queste due ore sono davvero paragonabili? Ovviamente no. Eppure, un semplice controllo parentale basato sul tempo di schermo le tratterebbe in modo identico.
Questa realtà illustra i limiti di un approccio puramente quantitativo del tempo di schermo. Se il tempo trascorso rimane un indicatore da monitorare, è insufficiente per valutare la qualità dell’esperienza digitale del bambino. La natura dell’attività, il suo grado di interattività, le competenze che mobilita e lo stato mentale che induce sono tutti fattori determinanti.
Le tre grandi categorie di usi digitali
I ricercatori in scienze dell’educazione e in psicologia dello sviluppo hanno progressivamente stabilito una distinzione tra tre grandi categorie di utilizzo degli schermi: il consumo passivo, la comunicazione interattiva e la creazione attiva. Questa classificazione, sebbene schematica, offre un quadro di riflessione prezioso per i genitori preoccupati di accompagnare i propri figli verso un uso equilibrato e arricchente delle tecnologie digitali.
Ogni categoria presenta caratteristiche proprie, benefici potenziali e rischi specifici. Conoscerle permette di adattare il proprio discorso educativo, di modulare le regole familiari e di guidare il bambino verso una diversificazione delle sue pratiche digitali.
Il consumo: il volto passivo degli schermi
Cosa si intende per consumo digitale?
Il consumo designa tutte le attività in cui il bambino riceve passivamente dei contenuti senza contribuirvi attivamente. Guardare video su YouTube, visionare serie su piattaforme di streaming, scorrere pubblicazioni sui social network, giocare a giochi molto semplici senza dimensione strategica: tutte queste attività rientrano nel consumo.
In questa modalità di utilizzo, il bambino è essenzialmente spettatore. Il suo impegno cognitivo è minimo: non ha bisogno di riflettere, di pianificare, di creare o di risolvere problemi. I contenuti gli vengono serviti, spesso in modo continuo grazie ai sistemi di riproduzione automatica e agli algoritmi di raccomandazione che mantengono l’attenzione catturata.
I meccanismi che favoriscono il sovraconsumo
Le piattaforme digitali sono progettate da team di ingegneri e psicologi il cui obiettivo è massimizzare il tempo trascorso dagli utenti. Sfruttano meccanismi psicologici potenti per mantenere l’engagement: la riproduzione automatica che concatena i contenuti senza interruzione, le notifiche che creano un’attesa permanente, le ricompense variabili che stimolano il circuito della dopamina, lo scorrimento infinito che elimina i punti di arresto naturali.
Di fronte a questi meccanismi sofisticati, i bambini sono particolarmente vulnerabili. La loro corteccia prefrontale, sede delle funzioni esecutive e dell’autoregolazione, non è ancora pienamente sviluppata. Hanno quindi più difficoltà a interrompere un’attività piacevole di propria iniziativa e a resistere all’attrattiva dei contenuti proposti.
I rischi associati a un consumo eccessivo
Un consumo passivo eccessivo degli schermi può avere diverse conseguenze negative sullo sviluppo del bambino. Sul piano fisico, favorisce la sedentarietà e tutti i problemi di salute ad essa associati. Sul piano cognitivo, può ridurre la capacità di attenzione sostenuta e di concentrazione, abituando il bambino a ricevere stimolazioni costanti senza sforzo.
Sul piano emotivo, il confronto sociale indotto dai social network può influenzare l’autostima, particolarmente negli adolescenti. Sul piano dello sviluppo, il tempo trascorso in consumo passivo è tempo che non viene dedicato ad altre attività più arricchenti: gioco libero, interazioni sociali di persona, attività creative, lettura, sport.
Il consumo non è da bandire ma da inquadrare
Nonostante questi rischi, sarebbe eccessivo voler eliminare ogni consumo passivo. Guardare un film in famiglia, seguire una serie avvincente, visionare tutorial su un argomento che appassiona il bambino sono attività legittime che hanno il loro posto in una vita equilibrata. Il problema non è il consumo in sé, ma il consumo eccessivo, non scelto e non inquadrato.
La sfida per i genitori è quindi aiutare il bambino a mantenere questo consumo in proporzioni ragionevoli e a fare scelte consapevoli su ciò che guarda. Questo passa attraverso la definizione di limiti chiari, la discussione sui contenuti consumati e l’incoraggiamento a diversificare le sue attività digitali verso le altre due categorie.
La comunicazione: l’aspetto relazionale degli schermi
Le molteplici forme della comunicazione digitale
La comunicazione digitale comprende tutte le attività in cui il bambino interagisce con altre persone tramite gli schermi. Messaggistica istantanea, videochiamate, giochi online multiplayer, commenti sui social network, partecipazione a forum o comunità online: le forme di comunicazione digitale sono molteplici e varie.
A differenza del consumo passivo, la comunicazione implica uno scambio, una reciprocità. Il bambino non è più semplice ricevente: diventa attore delle sue interazioni, anche se attraverso uno schermo. Questa dimensione interattiva modifica significativamente la natura dell’esperienza digitale e i suoi effetti sullo sviluppo.
I benefici potenziali della comunicazione digitale
La comunicazione digitale può apportare benefici reali, particolarmente per alcuni profili di bambini. Permette di mantenere legami con persone care geograficamente lontane, cosa preziosa nella nostra società mobile dove le famiglie sono spesso disperse. Può aiutare bambini timidi o introversi a stringere relazioni sociali in un contesto che sembra loro meno intimidatorio delle interazioni faccia a faccia.
Offre anche la possibilità di unirsi a comunità che condividono gli stessi centri d’interesse, cosa che può essere particolarmente benefica per bambini con passioni specifiche o che si sentono diversi dai loro pari. Un bambino appassionato di un argomento di nicchia può trovare online interlocutori con cui condividere questo interesse, mentre il suo ambiente immediato non offre questa opportunità.
I rischi specifici della comunicazione online
La comunicazione digitale comporta tuttavia rischi che non bisogna minimizzare. Il cyberbullismo costituisce una preoccupazione maggiore: gli schermi possono amplificare e perpetuare dinamiche di bullismo che sarebbero più facilmente contenute nel mondo fisico. L’anonimato o la distanza creata dallo schermo può anche disinibire certi comportamenti negativi.
Il contatto con sconosciuti rappresenta un altro rischio, particolarmente sulle piattaforme che mettono in relazione utenti che non si conoscono. I predatori possono utilizzare questi spazi per avvicinare minori, fingendosi coetanei o stabilendo progressivamente una relazione di fiducia.
Infine, la comunicazione digitale può talvolta sostituirsi alle interazioni di persona piuttosto che completarle. Un bambino che passa tutto il suo tempo a comunicare online con amici che potrebbe vedere di persona perde alcune dimensioni essenziali della relazione sociale: il linguaggio corporeo, il contatto fisico, l’esperienza condivisa di uno stesso ambiente.
Accompagnare la comunicazione digitale del proprio figlio
Di fronte a queste sfide, il ruolo dei genitori è accompagnare il proprio figlio nell’apprendimento di una comunicazione digitale sana e sicura. Questo inizia con una discussione aperta sulle persone con cui il bambino comunica online, senza cadere in un interrogatorio intrusivo che spezzerebbe la fiducia.
È importante trasmettere le regole base della sicurezza online: non condividere informazioni personali con sconosciuti, non accettare appuntamenti con persone incontrate online, allertare un adulto di fiducia in caso di situazione scomoda. Questi messaggi devono essere ripetuti regolarmente e adattati all’età del bambino.
L’educazione alla comunicazione rispettosa è altrettanto essenziale. Dietro ogni pseudonimo si trova una persona reale con sentimenti. Le regole di educazione e rispetto che si applicano nel mondo fisico valgono anche online. Insegnare al proprio figlio a comunicare in modo benevolo e a riflettere prima di postare contribuisce a fare di lui un cittadino digitale responsabile.
La creazione: il volto attivo e arricchente degli schermi
Cos’è la creazione digitale?
La creazione designa tutte le attività in cui il bambino produce qualcosa grazie agli strumenti digitali. Programmare un gioco o un’applicazione, realizzare un video o un montaggio fotografico, comporre musica con un software, scrivere un blog o un racconto, concepire un disegno digitale, costruire un mondo in un gioco tipo sandbox: tanti esempi di creazione digitale.
In questa modalità di utilizzo, il bambino è pienamente attore. Mobilita la sua creatività, risolve problemi, pianifica, esegue, valuta e migliora. Lo schermo non è più una finestra attraverso cui riceve passivamente contenuti, ma uno strumento al servizio della sua espressione e della sua realizzazione.
I benefici considerevoli della creazione
La creazione digitale offre benefici considerevoli per lo sviluppo del bambino. Sul piano cognitivo, stimola il pensiero logico, la risoluzione di problemi e la pianificazione. La programmazione, per esempio, sviluppa una forma di pensiero algoritmico che si rivela preziosa in numerosi ambiti.
Sul piano emotivo e identitario, la creazione permette al bambino di esprimere la sua personalità, di sviluppare un sentimento di competenza e di orgoglio di fronte alle sue realizzazioni. Terminare un progetto creativo, che si tratti di un video, di un disegno o di un programma, procura un sentimento di compimento che il consumo passivo non può offrire.
Sul piano della preparazione al futuro, le competenze creative digitali sono sempre più valorizzate nel mondo professionale. Un bambino che impara a creare con gli strumenti digitali sviluppa attitudini che gli saranno utili qualunque sia il suo futuro orientamento.
Incoraggiare la creazione nel proprio figlio
Per incoraggiare la creazione digitale, iniziate proponendo strumenti adattati all’età e agli interessi di vostro figlio. Applicazioni di disegno per i più piccoli, software di montaggio video semplificati per i preadolescenti, ambienti di programmazione visuale come Scratch per iniziare al codice: le opzioni sono numerose.
Valorizzate le creazioni di vostro figlio interessandovene sinceramente. Chiedetegli di mostrarvi ciò che ha fatto, ponete domande sul suo processo di creazione, complimentatevi per i suoi sforzi e i suoi progressi. Questo riconoscimento parentale rinforza la motivazione intrinseca e incoraggia la perseveranza.
Accettate che la creazione richieda tempo e che i risultati non siano sempre perfetti. Il processo di apprendimento e di sperimentazione è più importante del prodotto finale. Un bambino che tentenna, fa errori e ricomincia sviluppa competenze preziose di resilienza e di apprendimento per prova ed errore.
L’equilibrio ideale: diversificare gli utilizzi
Mirare a una ripartizione armoniosa
L’obiettivo per i genitori non è eliminare il consumo a favore esclusivo della creazione, ma mirare a una ripartizione equilibrata dei tre tipi di utilizzo. Un uso digitale sano combina momenti di relax passivo, interazioni sociali online e attività creative.
Questa diversificazione permette al bambino di beneficiare dei vantaggi di ogni categoria limitando al contempo i rischi associati alla sovrarappresentazione di una di esse. Un bambino che fa solo consumo passivo perde i benefici della creazione. Un bambino che comunica solo online può trascurare lo sviluppo di competenze creative e tecniche.
Analizzare gli utilizzi attuali del proprio figlio
Prima di cercare di riequilibrare gli utilizzi di vostro figlio, prendetevi il tempo di osservare e analizzare le sue pratiche attuali. Per una settimana, annotate approssimativamente il tempo che trascorre in ogni categoria. Questa fotografia dei suoi utilizzi vi permetterà di identificare eventuali squilibri e le leve d’azione prioritarie.
Attenzione a non fidarvi solo delle apparenze. Un bambino che sembra giocare ai videogiochi può in realtà essere impegnato in un’attività molto creativa se il gioco in questione offre possibilità di costruzione o di personalizzazione approfondite. Al contrario, un bambino che sembra utilizzare uno strumento creativo può in realtà passare più tempo a guardare tutorial che a creare lui stesso.
Strategie per favorire la creazione e ridurre il consumo passivo
Diverse strategie possono aiutare a riequilibrare gli utilizzi verso più creazione e meno consumo passivo. Proponete sfide creative a vostro figlio: realizzare un breve video su un tema dato, programmare un piccolo gioco, creare una playlist commentata. Queste sfide danno un quadro e una direzione all’attività creativa.
Trasformate il consumo in punto di partenza per la creazione. Dopo aver guardato un video che gli è piaciuto, proponete a vostro figlio di creare la propria versione, di realizzare una parodia o di scrivere un seguito. Questo approccio valorizza il consumo come fonte di ispirazione piuttosto che come fine a sé stessa.
Limitate le funzionalità che favoriscono il consumo passivo compulsivo. Disattivate la riproduzione automatica sulle piattaforme video, configurate promemoria del tempo trascorso, create profili bambini che restringono l’accesso a certi tipi di contenuti. Queste barriere tecniche non sostituiscono l’educazione ma possono supportarla.
Per approfondire la vostra comprensione di queste sfide e acquisire strumenti pratici, DYNSEO propone una formazione online “Sensibilizzare agli schermi: comprendere, agire, accompagnare”. Questa formazione vi aiuta ad analizzare gli utilizzi digitali dei vostri figli, a identificare gli squilibri e a mettere in atto strategie educative efficaci per favorire pratiche digitali appaganti.
L’importanza del contesto e dell’accompagnamento
Lo stesso utilizzo può avere effetti diversi secondo il contesto
Oltre alla classificazione in tre categorie, il contesto in cui si svolge l’attività digitale influenza considerevolmente i suoi effetti. Guardare un documentario da solo nella propria camera non ha lo stesso impatto che guardarlo in famiglia seguito da una discussione. Giocare a un gioco online con amici stretti non è equivalente a giocare con sconosciuti.
L’accompagnamento genitoriale gioca un ruolo moderatore importante. Un bambino che condivide le sue attività digitali con i genitori, che può porre domande e discutere di ciò che scopre, trae più benefici dai suoi utilizzi di un bambino lasciato solo davanti ai suoi schermi. Questa mediazione genitoriale trasforma l’esperienza digitale in opportunità di apprendimento e di connessione familiare.
Adattare il proprio approccio all’età e alla personalità del bambino
I bisogni e le capacità variano considerevolmente secondo l’età del bambino. Un bambino piccolo avrà bisogno di un accompagnamento molto presente e di contenuti accuratamente selezionati. Un adolescente aspirerà a più autonomia e sarà capace di fare scelte più illuminate, a condizione di essere stato progressivamente preparato.
Anche la personalità del bambino entra in gioco. Alcuni bambini sono naturalmente creativi e avranno bisogno solo di un leggero incoraggiamento per orientarsi verso utilizzi produttivi. Altri, più passivi o più attratti dall’intrattenimento facile, necessiteranno un accompagnamento più sostenuto per diversificare le loro pratiche.
Strumenti concepiti per un utilizzo equilibrato
Scegliere applicazioni che favoriscono l’equilibrio
Nell’oceano di applicazioni disponibili, alcune sono progettate con l’obiettivo di favorire un utilizzo equilibrato. Integrano meccanismi che incoraggiano la diversificazione delle attività, limitano il consumo passivo eccessivo e propongono contenuti di qualità.
L’applicazione COCO PENSA e COCO SI MUOVE di DYNSEO illustra perfettamente questa filosofia. Questo programma educativo propone giochi che stimolano le capacità cognitive del bambino, quindi attività che rientrano maggiormente nella creazione e nell’engagement attivo che nel consumo passivo. Soprattutto, integra una funzionalità unica: una pausa sportiva obbligatoria ogni 15 minuti di utilizzo. Questa interruzione regolare impedisce la deriva verso un utilizzo eccessivo e compulsivo, incoraggiando al contempo l’attività fisica. Scoprire COCO PENSA e COCO SI MUOVE
Sensibilizzare i bambini fin dalla più tenera età
La comprensione dei diversi tipi di utilizzo può essere trasmessa ai bambini stessi, in modo adattato alla loro età. Questa sensibilizzazione li aiuta a sviluppare progressivamente una consapevolezza delle proprie pratiche e una capacità di autoregolazione.

DYNSEO ha sviluppato un laboratorio di sensibilizzazione all’utilizzo degli schermi appositamente concepito per le scuole primarie. Questo laboratorio, accompagnato da risorse pedagogiche gratuite, permette di affrontare con i bambini la questione dei diversi utilizzi digitali in modo ludico e accessibile. Costituisce un eccellente complemento all’educazione familiare e può essere utilizzato dagli insegnanti, dagli animatori o dai genitori stessi. Accedere al laboratorio di sensibilizzazione
Domande frequenti dei genitori
Mio figlio vuole fare solo consumo passivo, come motivarlo a creare?
Questa situazione è frequente e può essere scoraggiante per i genitori. La chiave è partire dagli interessi esistenti del bambino per orientarlo progressivamente verso la creazione. Se ama guardare video di gaming, proponegli di creare il proprio video commentato. Se ama le serie, suggerigli di scrivere una fan-fiction o di realizzare una fan-art.
Iniziate con progetti semplici e brevi per evitare lo scoraggiamento. Accompagnatelo nei suoi primi passi creativi mostrandovi disponibili per aiutarlo di fronte alle difficoltà tecniche. Valorizzate ogni sforzo, anche se il risultato è imperfetto. La fiducia e il piacere verranno con la pratica.
A partire da quale età si può lasciare un bambino comunicare online?
Non esiste un’età universale, ma la maggior parte degli esperti raccomanda di attendere almeno 10-12 anni prima di permettere una comunicazione online con persone esterne alla cerchia familiare stretta. Anche allora, questo accesso deve essere progressivo e accompagnato.
Per i più piccoli, limitate la comunicazione digitale agli scambi con la famiglia (videochiamate con i nonni, per esempio) sotto supervisione genitoriale. Introducete progressivamente gli strumenti di comunicazione discutendo delle regole di sicurezza e mantenendo un dialogo aperto sulle interazioni online.
Come sapere se un videogioco rientra nel consumo o nella creazione?
Ponetevi alcune domande: il gioco chiede al bambino di risolvere problemi, di pianificare, di fare scelte strategiche? Offre possibilità di costruzione, di personalizzazione, di creazione di contenuti? Il bambino è impegnato attivamente o segue passivamente uno scenario lineare?
I giochi tipo sandbox (come Minecraft in modalità creativa), i giochi di strategia, i giochi di puzzle complessi rientrano maggiormente nell’engagement attivo. I giochi molto semplici con meccaniche ripetitive, i giochi che si basano essenzialmente sul caso o sul riflesso senza dimensione strategica sono più vicini al consumo passivo.
Conclusione: verso una genitorialità digitale illuminata
Comprendere la distinzione tra consumo, comunicazione e creazione trasforma radicalmente il nostro approccio al tempo di schermo. Questa classificazione ci libera dalla visione semplicistica che assimila tutti i minuti di schermo e ci permette di adottare una postura educativa più raffinata e più efficace.
Come genitori, il nostro ruolo non è vietare o controllare in modo rigido, ma accompagnare i nostri figli verso un utilizzo equilibrato e arricchente degli schermi. Questo passa attraverso l’osservazione delle loro pratiche, il dialogo sulle loro attività digitali, l’incoraggiamento verso la creazione e la diversificazione, e la scelta di strumenti concepiti per un utilizzo sano.
Le risorse proposte da DYNSEO, che si tratti della formazione online “Sensibilizzare agli schermi: comprendere, agire, accompagnare”, del laboratorio di sensibilizzazione per le scuole primarie o dell’applicazione COCO PENSA e COCO SI MUOVE, costituiscono alleati preziosi in questo percorso educativo. Vi aiutano a comprendere le sfide, ad acquisire strumenti pratici e a proporre ai vostri figli esperienze digitali di qualità.
Insegnare ai nostri figli a diventare creatori piuttosto che semplici consumatori digitali è una delle sfide educative maggiori della nostra epoca. Affrontando questa sfida con consapevolezza e benevolenza, li prepariamo a trarre il meglio dalle tecnologie preservando al contempo il loro equilibrio e il loro sviluppo.
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Trovate altri articoli sull’educazione digitale e la genitorialità sul blog DYNSEO. Per approfondire questi argomenti, scoprite la nostra formazione completa e le nostre applicazioni educative concepite per accompagnare i bambini verso un utilizzo sano e creativo degli schermi.