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Il logopedista può trattare anche gli adulti, non solo i bambini. Sono molte le ragioni per cui un adulto può avere bisogno di essere visitato da un logopedista.

A volte le persone possono avere disturbi fin dalla nascita, come la sordità, o dall’infanzia, come i disturbi del linguaggio, che richiedono un monitoraggio anche in età adulta. Inoltre, ci possono essere situazioni scatenate da una patologia o da un incidente, come problemi di voce, deglutizione o articolazione.

Infine, molti adulti oggi si rivolgono al logopedista per migliorare la propria dizione. Questo è spesso legato al lavoro per poter fare discorsi in pubblico. Ad esempio, si possono avere insegnanti, attori o personaggi famosi.

 

La valutazione

Prima di iniziare il trattamento, è necessario effettuare una valutazione del linguaggio. Questa valutazione permette al logopedista di comprendere tutte le difficoltà della persona e di adattare successivamente il trattamento. Durante la valutazione, la persona deve parlare della sua situazione (se ha una patologia, se ha avuto un incidente o se si tratta di una situazione genetica). Poi bisogna fare dei test e svolgere delle attività specifiche. Dopo la valutazione, il logopedista può richiedere ulteriori esami (oculista, psicomotricista…).

La valutazione viene fatta anche a metà e alla fine della terapia, a seconda della durata di quest’ultima. Una valutazione a metà del trattamento permette di vedere l’efficacia del trattamento stesso, le aree in cui la persona è migliorata e di adattare la seconda parte del trattamento.

 

Le sedute di logopedia

Il disturbo più comune nella terapia logopedica per adulti è l’afasia. Questo disturbo è presente a seguito di un danno cerebrale (come nel caso dell’ictus), nel morbo di Alzheimer o nel morbo di Parkinson.

Nella terapia logopedica sono disponibili diversi tipi di trattamento, a seconda della persona e delle sue difficoltà. Ad esempio, per l’afasia esistono tre tipi di approcci (che possono essere utilizzati anche in altri casi):

  • Ripristino del funzionamento: utilizzo di tecniche di facilitazione, come gli strumenti di compensazione.
  • Terapia della melodia ritmica: utilizzare le capacità melodiche dell’emisfero destro (poiché nell’afasia vi è una lesione dell’emisfero sinistro).
  • PACE (Promoting Aphasics Communicative Effectiveness): utilizzo di strumenti complementari, come gesti, immagini o tecnologie.

Tutti i trattamenti hanno obiettivi comuni, come migliorare l’uso delle tecniche vocali, migliorare l’articolazione allenando i muscoli della bocca e della lingua e imparare a usare gli strumenti di compensazione.

 

Gli strumenti del logopedista

Durante le sedute, il logopedista può utilizzare diversi strumenti. Ci sono attività a corpo libero, in cui la persona deve fare esercizi con la voce o fare smorfie per migliorare la muscolatura oro-facciale. Il logopedista può anche utilizzare materiali per aiutare la persona durante l’attività: carte, storie o strumenti musicali. Infine, uno strumento molto importante è rappresentato dalle nuove tecnologie (tablet e computer). Nel mezzo digitale, il logopedista può trovare diverse attività che sono più motivanti per la persona.

A seconda della patologia e delle difficoltà della persona, possono essere previste una o più sedute alla settimana. Spesso il logopedista chiederà alla persona di svolgere attività a casa tra una seduta e l’altra, per esercitarsi costantemente.

In questo caso, la tecnologia può essere utile in quanto il logopedista può utilizzare le applicazioni durante le sedute e la persona può utilizzare la stessa applicazione a casa. Ad esempio, è possibile utilizzare l’applicazione ROBERTO.

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Roberto è un’applicazione con più di 30 giochi per allenare tutte le funzioni cognitive. Ogni gioco ha tre livelli di difficoltà per adattare l’attività alle capacità della persona. Il professionista può utilizzare l’applicazione durante la sessione, con la possibilità di creare un profilo per ogni utente. Oppure la persona può utilizzarlo a casa tra una seduta e l’altra.

Inoltre, nell’applicazione Roberto sono presenti le statistiche di gioco della persona con i giochi effettuati, la percentuale di successo, il livello di difficoltà e le funzioni cognitive su cui si è lavorato. Il professionista può quindi vedere i progressi della persona per verificare l’efficacia del trattamento o può vedere quali attività ha svolto a casa.

I giochi proposti lavorano su tutte le funzioni cognitive, ma ci sono molti giochi che lavorano in modo specifico sul linguaggio.

Provate l’app gratuitamente per 1 settimana, su tutti i tablet e smartphone, Android e Apple!

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Spremi Meningi

In questo gioco, la persona deve mettere le parole in ordine per creare delle frasi. Questo gioco aiuta a lavorare sulla struttura della frase e sull’ordine logico delle parole. Inoltre, le frasi proposte sono proverbi o frasi di canzoni conosciute, in modo che la persona possa utilizzare anche la sua memoria semantica.

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Orecchio Musicale

In questo gioco, la persona deve riconoscere dei suoni, degli animali o degli strumenti musicali. In questo modo si esercita la discriminazione uditiva e la ricerca di parole nel vocabolario per trovare la soluzione. In alternativa, si può chiedere alla persona di provare a produrre da sola il suono che ha appena sentito, per lavorare sulla produzione verbale.

In questo gioco, c’è anche una modalità “Quiz musicale” in cui la persona deve riconoscere le canzoni. Questo può rendere l’attività più divertente. Anche in questo caso si può chiedere alla persona di cantare per lavorare sulla voce e sul ritmo della parola.

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Caccia all’Intruso

In questo gioco, la persona deve trovare l’intruso tra le quattro proposte. Per arrivare alla soluzione, la persona deve essere in grado di accedere al proprio vocabolario, dare un significato alle parole e trovare una categoria comune. La classificazione semantica viene quindi messa al lavoro.

Questo gioco ha una modalità a due giocatori in cui lo schermo è diviso in due e ogni giocatore gioca sul proprio lato. Giocare insieme può essere utile durante la seduta per rendere l’attività più motivante, ma anche tra una seduta e l’altra, per consentire alla persona di condividere il trattamento con i propri cari.

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